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METAFISICA DEI TUBI – Nathalie Nothomb
Amelie Nothomb è una scrittrice alla quale ci si avvicina dopo aver fatto un percorso di letture, non può essere affrontata a cuor leggero e nemmeno senza un filo di preparazione. L’ironia, spesso dark, le sottili provocazioni e il suo modo personalissimo di proporre temi intimi e riflessioni sul mondo sono ingredienti che rendono la sua prosa unica.
Il linguaggio utilizzato dall’autrice è ricercato, a tratti sembra esasperato. L’immaginazione che la contraddistingue è fervida ma gestita con abilità, tanto da condurre il lettore ignaro a staccarsi dalla lettura e addentrarsi in un sogno lucido. In parte si legge la storia, in parte si comprende il ruolo della scrittrice e poi resta una percentuale di se, ricordi e odori vengono sbloccati e attraverso la lettura si scopre qualcosa che pareva destinato al dimenticatoio oppure riesce a far dischiudere un’idea, una nuova consapevolezza che riguarda il se e anche il mondo intorno a noi. Notevole la capacità della Nothomb nel districare matasse inaudite che hanno a che fare con l’identità e il senso di appartenenza, la condizione di essere umano.

Il risultato a cui giunge Amelie Nothomb è la creazione di personaggi sempre complessi e molto caratteristici per le sue storie, per loro la scrittrice s’impegna e cerca di dare senso e logica alle loro esistenze sottraendoli all’assurdità inutile dell’esistenza.
Leggere “Metafisica dei tubi” ha sortito anche questa volta l’effetto sperato: mi ha disorientata. La storia è un racconto in prima persona. Il soggetto è Amelie, descrive se stessa in modo implacabile. Ci racconta di un viaggio metafisico e incredibile al punto da essere verosimile. Chi ha mai disquisito con un neonato? Possiamo dare per certo che questa creatura minuscola e indifesa sia incapace di afferrare concetti enormi come l’infinito, la morte, il piacere. Il neonato è dotato di poteri ancestrali e capacità intellettive e istintuali che forse non abbiamo la possibilità di sondare. Il neonato osserva e ascolta tutto, senza poterci dare segnali, accade tutto dentro di lui è un uovo cosmico colmo di tutte le forze elettromagnetiche, pronto a esplodere di tutto il suo potenziale.
Metafisica dei tubi è un romanzo breve che nelle sue cento pagine lascia anche confusi ma ci sorprende, tuttavia a tratti l’autobiografismo, che serpeggia spesso nei romanzi dell’autrice, rallenta il ritmo e la fa cadere in una ripetitività che a lungo potrebbe stancare. La prescrizione è di dedicarsi ai suoi romanzi una volta all’anno per mantenere fresco l’effetto sorpresa.
Chi mi dice altro sulla Nothomb?
Luciana