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LEVIATANO – Paul Auster
Paul Auster mi guarda con il sopracciglio aggrottato, 4321 è nelle mie intenzioni da parecchio tempo ma devo ammettere che i volumi molto grandi mi spaventano. Per primo quindi ho deciso di leggere Leviatano edito con Einaudi , se vi piacciono i gialli ben costruiti con personaggi che restano nell’atmosfera sospesi e cinici, la curiosità, ad ogni singola pagina, di capire cosa diamine sia successo, ecco questa è la lettura perfetta per voi.

Il romanzo si apre con una notizia, come fosse lo stralcio di un articolo di giornale o una voce uscita dalla radio. “Sei giorni fa un uomo si è fatto saltare in aria sul ciglio di una strada in Wisconsin”. Scopriremo poi che quest’uomo è Peter Sachs, di lui impareremo a conoscere i tic, la vita, i sogni, i desideri e anche qualche lato oscuro ma forse fino in fondo non potremo conoscerlo mai, come del resto accadrà all’altro protagonista nonché narratore, Peter Aaron, scrittore come Sachs e invischiato in qualche modo, a lui ignoto, nelle scelte sempre più contorte dell’amico. Coincidenze, incontri sfortunati o fortunati, idee balzane e impossibili che però ci portano alla vita quotidiana, quella che accade a tutti noi, nostro malgrado. C’è poi chi abbraccia l’ineluttabilità di alcuni eventi, la chiamata a cui deve arrendersi e poi c’è chi osserva la vita di chi ama complicarsi sperando di poter fare qualcosa, ma le parole spesso cadono nel vuoto.
L’amicizia, le passioni, i pensieri più reconditi e vergognosi, aleggiano tra le pagine che sono di una bellezza unica. Ho amato questo romanzo soprattutto per la capacità di Auster di mettere a nudo le debolezze umane dei suoi personaggi, di trasformarli in archetipi, persone in carne ed ossa a cui potremmo trovare degli alter ego nelle nostre vite. Amici che non abbiamo potuto salvare, fasi della nostra vita in cui la follia è stata a un passo da noi, ci ha sfiorati ma per cause del tutto fortuite ci siamo svicolati, per ora. Interessante la stratificazione delle verità, come le versioni dei fatti raccontati in modo diverso dai diversi personaggi che restituiscono la caoticità e la molteplicità della verità.
Notevoli i personaggi creati da Auster sopra ogni cosa, ognuno con la sua peculiarità, i più interessanti sono ovviamente coloro che disubbidiscono. Un paio di protagonisti sembrano tratteggiati su persone esistenti, una bomber da un lato e poi Maria Turner, questa donna enigmatica, artista e persa nella sua fantasia, quasi borderline, che sembra ricalcare un personaggio reale, una fotografa e artista sperimentale Sophie Calle di cui ho cercato qualcosa online, che univa arte fotografica e testi in un mix narrativo che prendeva spunto dalla vita quotidiana, da ciò che le accadeva intorno e da cui cercava di carpire un senso più ampio, divaricato e profondo, per riuscire a cogliere una sorta di continuità tra anima e mondo ovvero citandola :
“la linea che separa la vita dall’arte deve essere serbata in modo tanto fluido, al limite impercettibile, quanto possibile”

Questa stratificazione è la cifra più caratteristica di Auster che riesce a indagare la realtà e in questo modo a scomporla, a fornirne così una denuncia complessa, anche politica senza risparmiare una visione disincantata d’insieme. Lo stesso titolo che mi aveva catturato l’attenzione è una citazione, riprende Thomas Hobbes il quale aveva usato il leviatano – creatura biblica dalle sembianze di serpente marino – come metafora dello Stato per tratteggiarne la legittimità, convinto che le due facce del potere, temporale e religioso, fossero entrambe fondamentali e indivisibili. Interessante la copertina dove il Leviatano è un gigante formato da altre persone… la pluralità ai suoi albori. Sachs è un eroe hobbesiano nel senso che è un uomo egoista, che persegue i propri obiettivi, spregiudicato e che vive in perenne stato di guerra per poter difendere le proprie idee. Secondo Hobbes infatti vige la legge del più forte, non esiste pacifica convivenza tra uomini a meno che non ci sia uno Stato che si pone al di sopra di essi per poterne frenare la naturale predisposizione alla violenza e alla reciproca sopraffazione. A volte questa natura violenta tende a riemergere, come nelle guerre civili, in condizioni tribali o nelle lotte tra Stati. L’uomo tende a fuggire lo Stato di natura perché distruttivo e poco efficiente come strategia di sopravvivenza, quindi grazie alla ragione naturale l’uomo decide di uscire dallo stato naturale grazie alla fondazione di uno Stato che poggia su leggi positive. La spinta all’autoconservazione è salva grazie alla rinuncia ad alcuni diritti delegati allo Stato attraverso un patto unilaterale. Lo Stato diventa un potere sopra umano che ci spaventa, il Leviatano appunto.
Il discorso mi pare fili e chiarisce alcune scelte di Auster. Quanto amo gli scrittori che ti stimolano a pensare e a sapere e a riprendere in mano cose lasciate nel dimenticatoio!
Paul Auster

Paul Auster è nato nel 1947 a Newark (New Jersey). Delle sue opere Einaudi ha in catalogo: L’invenzione della solitudine, Trilogia di New York, Nel paese delle ultime cose, Moon Palace, Leviatano, Mr Vertigo, Smoke & Blue in the Face, Lulu on the Bridge, Timbuctú, Sbarcare il lunario, Esperimento di verità, L’arte della fame, Ho pensato che mio padre fosse Dio, Il libro delle illusioni, La notte dell’oracolo, Follie di Brooklyn, Gioco suicida, Viaggi nello scriptorium, Uomo nel buio, La musica del caso, Invisibile, Sbarcare il lunario. Nel 2006 sono uscite le poesie di Affrontare la musica; nel 2009 la sceneggiatura La vita interiore di Martin Frost, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Auster, e il volume Romanzi che riunisce la Trilogia di New York, Nel paese delle ultime cose e Moon Palace; nel 2010 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Sunset Park (ripubblicato nei Super ET nel 2012 e nel 2019); nel 2011 viene pubblicato il volume Romanzi 2, che invece raccoglie La musica del caso, Leviatano e Mr Vertigo; nel 2012, Diario d’inverno; nel 2013, nella nuova collana digitale dei Quanti Einaudi, Il taccuino rosso e Notizie dall’interno; nel 2014 Qui e ora, il carteggio con J. M. Coetzee e 4 3 2 1 (2017 e 2019, finalista al Man Booker Prize). Nel 2019, Una vita in parole. Dialogo con I. B. Siegumfeldt, nel 2022 Ragazzo in fiamme e nel 2023 Baumgartner. È commendatore dell’Ordre des Arts et des Lettres, membro dell’American Academy of Arts and Sciences, vincitore del Premio Principe delle Asturie, del Prix Médicis e del Premio Napoli, ed è membro del PEN America. (Fonte www.einaudi.it)