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LA TIGRE IN VETRINA – Alki Zei
La tigre in vetrina, che trovate oggi edito con Salani Editore è un romanzo che andrebbe regalato agli adulti che non l’hanno letto, ma soprattutto ai ragazzini che devono cominciare a capire come gira il mondo.

Leggere da adulta questo romanzo che viene indicato per una fascia d’età da scuola media 11-13 anni, ha tutto un suo sapore speciale. La consapevolezza, la capacità di distinguere nettamente le voci e forse un pizzico di disincanto, trasformano la storia in una favola vera e propria. Il lettore adulto, unica prospettiva dalla quale posso osservare questo testo, si immedesima in se stesso bambino, recita una parte durante la lettura, osserva gli adulti e le loro condotte, scopre che il mondo è sempre diviso tra buoni e cattivi ma che ci sono altre sfumature che potrebbero sfuggire e che, mio dio, sfuggono sempre troppo spesso.
La storia è ambientata in Grecia, anzi in un’isoletta greca, Lagamari dove due sorelle, Melia e Myrto, trascorrono l’estate, siamo nell’agosto 1936. Le due bambine sono circondate da adulti, il padre la madre, la zia Despina il nonno, grande studioso degli “antichi” classici greci e la cameriera Stamatina. Oltre a loro c’è un cugino, Nikos, che rappresenta il punto di rottura tra generazioni, l’idealista, appoggiato dal nonne e l’unico vero cantore della famiglia che con le sue storie sulla tigre imbalsamata, che sonnecchia nel soggiorno della casa di famiglia, trasforma una storia in un linguaggio ponte, uno strumento con cui solleticare la fantasia dei bambini e poi uno strumento che li coinvolgerà in una avventura da grandi, quelle che i bambini desiderano davvero vivere.
Nel romanzo si viaggia tra fantasia, linguaggi segreti e velati accenni alla storia greca: nel 1936 si insediò in Grecia il Regime Metaxas, che sarebbe durato fino al 1941 e che era frutto delle ideologie di governo forte che andavano estendendosi in Europa in quegli anni.
Il falò dei libri nocivi è di certo una degli episodi più toccanti, almeno per me, del libro, il padre di Alexis, questo scrittore a cui viene bruciato il manoscritto che si guarda sperduto in una strada fatta di cenere trova un barlume di alleanza nel nonno delle due protagoniste. Nel silenzio, in attesa che si possa di nuovo uscire allo scoperto, lo spirito degli intellettuali non si fiacca ma sopravvive e lo fa cercando di trovare un compromesso, per quanto odioso e comunque contestato, con il regime e si produce, si pensa, si scrive per domani.
Dobbiamo moltissimo anche a questi angeli nascosti dispersi a ogni latitudine, hanno lavorato al buio, senza candele, rischiando la propria vita per elaborare le proprie idee, esserci anche nell’impossibilità di esprimersi per poi lasciare a noi testimonianza di un qualcosa che non può essere cancellato: la libertà di pensare che è la stessa natura dell’esistere. Le nostre teste sono mondi infiniti, gremiti di idee che vanno custodite e alimentate anche quando manca tutto, protette.
Credo questo, almeno per me sia uno dei messaggi più potenti di questo romanzo.
NOTE SULL’ AUTRICE :

Alki Zei (1923 – 2020) è ritenuta la più importante autrice greca per ragazzi. Nata ad Atene, è cresciuta nell’isola greca di Samos. A partire dagli anni dell’occupazione nazista in Grecia si è battuta attivamente per la libertà, la democrazia e la giustizia. Dal 1954 ha vissuto in esilio in Unione Sovietica, fino al ritorno in patria nel 1964. Tre anni dopo, l’instaurarsi della dittatura in Grecia l’ha costretta a cercare rifugio a Parigi. Nel 1974, quando in Grecia è stata ripristinata la democrazia, è ritornata ad Atene.
Tradotta in più di 30 lingue, nominata per l’Hans Christian Andersen Award nel 2004 e per l’Astrid Lindgren Memorial Award nel 2004, nel 2009 e nel 2015, ha ottenuto moltissimi premi e riconoscimenti, in patria e all’estero. In Italia Alki Zei ha vinto il Premio Acerbi nel 2002, con il suo unico romanzo per adulti, La fidanzata di Achille, tradotto in italiano da Lucia Marcheselli Loukas per l’editore Crocetti e, nel 2007, ha vinto il prestigioso Premio Andersen – il mondo dell’infanzia, grazie alla riedizione del suo primo romanzo per bambini, il best seller La tigre in vetrina, pubblicato da Salani nella traduzione di Marisa Aboaf Lorenzi, originariamente pubblicata nel 1978 da Einaudi. (Fonte: https://www.camelozampa.com/ )