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PICCOLE UMANE DEBOLEZZE – Megan Nolan
Megan Nolan negli ultimi anni ha costellato, con il suo nome e la copertina rosa di “Atti di sottomissione”, tutti i social, in particolare #instagram dove ho un account e seguo molti altri profili dediti alla lettura e ai consigli non richiesti. #nneditore è molto attivo anche in questi social, ormai temo non se ne possa fare a meno anche se l’aspetto illusorio e vagamente dopamina del meccanismo ormai mi si è svelato perdendo tutto il fascino delle cose nuove.

NNEDITORE ha scelto il colore rosa per la sua collana le fuggitive, in cui rientra il primo romanzo della Nolan, le storie scelte per questa collana parlano di donne che per la loro origine o le proprie scelte, varcano soglie inaspettate, uccidono l’angelo del focolare e finiscono con l’esigere un posto nuovo, un ruolo che niente abbia a che fare con le tradizioni e con l’aspettativa che da sempre la nostra società ci cuce addosso.
Piccole umane debolezze rientra invece nella Stagione 2023 di NN, ha un colore violetto e la foto di una donna che si ritrae all’obiettivo oppure attrae con il suo rientrare dentro la foto facendosene scudo, non saprei bene quale delle due sia l’intenzione ma rende bene l’atmosfera del romanzo. Piccole umane debolezze è una storia di ordinaria rovina. Il giornalista Tom Hargreaves indaga sulla morte di una bambina e viene ammaliato da un’altra bambina del vicinato, Lucy Green, forse coinvolta nell’omicidio e sospettata. Il mistero della vicenda resterà per sempre nella nostra testa. Ciò che muove davvero le intenzioni di questi personaggi è il tentativo di esistere. Le dinamiche della famiglia di Lucy vengono ricostruite dal giornalista grazie ai suoi tentativi di interrogatorio. Tom ospita a spese del giornale la famiglia in hotel, ognuno in una stanza, al fine di estrapolare qualche dettaglio scabroso che possa rendere succulento un articolo di quelli che leggiamo ogni giorno, dove si fa leva sulla morbosità della gente rispetto storie di periferia e di gente ai margini del nostro sistema sociale. L’alcool è lo stigma che segna queste esistenze di irlandesi trapiantati a Londra, proprio per un evento legato alla piccola Lucy e a sua madre, l’enigmatica Carmel. Non voglio svelare troppo della storia perché merita leggerla e mi auguro accada a molti. Corretto l’impianto da inchiesta utilizzato dall’autrice, scava nelle vite dei protagonisti schiarendo la luce mano a mano che la lettura avanza. I personaggi, a cui viene dedicata un’intervista-svelatrice, sono inizialmente impenetrabili, di ferro, freddi e ingiusti, poi con l’avvicinarsi della lente d’ingrandimento, con il percepire i desideri interrotti di ciascuno, tutta questa follia si ricompone, sono solo piccole umane debolezze, quelle che appartengono a tutti e che come un battito d’ali di farfalla causano tsunami inaspettati dentro e fuori di noi. Bello.
MEGAN NOLAN

Megan Nolan (1990) è nata in Irlanda e vive a Londra. I suoi saggi, fiction e articoli sono stati pubblicati su The New York Times, The White Review, The Sunday Times, The Village Voice, The Guardian e nell’antologia Winter Papers. Il suo romanzo d’esordio, Atti di sottomissione (NNE 2021), ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica ed è stato finalista al Premio Strega Europeo 2022. Piccole umane debolezze è il suo secondo romanzo (fonte www.nneditore.it)