Crisalide, edito con NN Editore all’interno della collana le Fuggitive, è uscito nel mese di febbraio tradotto in italia da Ada Arduini.

Le note della traduttrice, da leggere dopo il romanzo come giustamente suggerisce la posizione delle stesse nell’edizione, sono state molto importanti per chiarire alcuni punti della lingua e della struttura di questa storia che mi ha ipnotizzata.

Il ritmo piatto della narrazione, l’uso di dettagli quasi superflui nei dialoghi, spesso tinti da un registro basso, sembra voler distrarre o forse condurre il lettore a considerare quella dimensione il più familiare possibile. La protagonista si presenta atona, senza sguardi, malinconica per alcuni versi. Vite tristi, desolate, vere; niente a che fare con le mirabolanti e colorate avventure dei reel postati il lunedì a funebre memoria di un weekend trascorso all’insegna dello scambio del tempo, minuti di vita per oblio.

Questo romanzo parla di vite sbiadite, piccole scelte sbagliate che portano, prima o poi, uno tsunami emotivo, nei personaggi cova una condizione di insoddisfazione irrisolta. Le persone si nascondono, osservano la Crisalide e vivono di luce riflessa ne colgono ciò che desiderano tralasciando le altre sfumature, completano così le proprie mancanze, ognuno aggrappato alla vita con una disperazione, così dolorosa, che a ripensarci anche adesso mi si contorcono le budella. La cura è il distacco, lasciare correre, ridimensionare le aspettative, sciogliere i nodi e lisciare gli orditi, maglie intricate di emozioni a tratti inesplorabili, troppo grandi per essere compresi.

Il romanzo si divide in tre parti, Elliot, Bella, Susie : ognuna porta il nome di uno dei coprotagonisti di questa storia che ruota tutta intorno alla vera protagonista, una ragazza innominabile e mutevole, sfuggente e piena di difetti nel pieno della sua ricerca di perfezione, vittima di se stessa e della vita che le è capitata in sorte, un poco come succede a tutti noi. Qualche giorno fa, a tal proposito, ho terminato di leggere il primo testo della raccolta Vita immaginaria di Natalia Ginzburg, la quale si domandava il perché le fosse capitata in sorte una città così poco poetica come Torino, perché si parlasse intorno a lei il piemontese, perché nulla della sua famiglia e della sua vita avesse a che fare con ciò a cui lei aspirava, non so come mai io in questo momento abbia trovato una sorta di assonanza tra la Crisalide di Anna Metcalfe e la nota autobiografica della Gizburg, forse entrambe parlano a una parte sofferente dentro di noi, imbalsamati e morenti in un corpo e arresi in uno status conformato ad una società o a un ambiente – sociale, familiare, lavorativo, politico… – al quale non vorremmo corrispondere ma al quale siamo costretti ad assomigliare e tendere.

La Crisalide pone, nella sua ricerca quasi ascetica, la questione della libertà di produrre la propria “forma” in senso artistico, mente e corpo, corrispondenti ad un ideale, a una questione di fondo che ci interessi davvero che sia la massima espressione di quello che vogliamo significare nel mondo. La debolezza di principi e idee, la trasversalità dei pensieri che accomunano troppe legioni di malpensanti, sono un danno gravissimo per ognuno di noi. Non sviluppiamo un pensiero libero da preconcetti, oppure se riusciamo a svincolarci da queste costrizioni è solo in età tarda, quando invece l’anarchia e la completa dissonanza sono tipiche dell’età giovane. Certo, qualcuno opporrà, se per dissentire manifesto e mi sfondano con i manganelli, forse devo trovare altre vie di auto rappresentazione.

Siamo sciami di mosche, la merda tutta intorno. Ci confondono queste volute marroni, lo fanno, quasi a nostra insaputa ma poi se vogliamo raggiungere l’essenziale eccoci riusciamo a intravederlo, ma a insistere? Questa è la domanda, insistiamo abbastanza per essere noi stessi?

ANNA METCALFE – Anna Metcalfe vive a Londra e insegna Scrittura creativa alla University of Birmingham. La sua raccolta di racconti Blind Water Pass (2016) è stata selezionata al SundayTimes Short Story Award, e nel 2023 l’autrice è stata nominata dalla rivista Granta tra i venti migliori giovani scrittori britannici. Crisalide è il suo debutto nella narrativa.