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STORIA DEI MIEI SOLDI – Melissa Panarello
Romanzo del 2024 edito tra le novità con Bompiani. 208 p. Brossura
Ho letto in formato digitale l’ultimo romanzo della Panarello soprattutto perché entrato nella dozzina e molto consigliato ed esposto anche in televisione, ho seguito anche il consiglio di Nadia Terranova che io amo molto, in effetti le motivazioni alla candidatura nella dozzina, in cui il 5 aprile anche questo romanzo è entrato, le ha scritte proprio lei. Ho capito molto bene cosa intende Nadia e lascio qui, per chi volesse approfondire il suo scritto. Il femminile e il materno so che sono temi a cui Nadia tiene molto e anche qui entrano in gioco e sono in effetti la parte che mi è piaciuta di più oltre all’abile esposizione che ha trasformato il racconto quasi in un thriller.

TRAMA:
La storia viene scritta da Melissa prendendo spunto dalle vicende legate all’uscita del suo romanzo d’esordio, cento colpi di spazzola, quando aveva solo 17 anni e dal quale venne tratto un film. La protagonista del film, persa di vista per decenni, riappare miracolosamente e decide di affidare proprio a Melissa la sua storia, tutta quella nata dal film e dal successo che l’aveva travolta, ma soprattutto la storia dei soldi che l’hanno profondamente segnata. Il parallelo tra le due donne, la buona e la cattiva, la scrittrice equilibrata e la vittima del successo. Ma sarà solo vittima del successo, oppure, come sempre accade, le cose sono molto più stratificate? Di certo ognuno di noi, ha un imprinting. La famiglia di origine ci segna con le intenzioni e con la storia che decide di creare intorno alla nostra infanzia, da lì, da quei primi semi ci sono percorsi inaspettati che si dipanano all’orizzonte.
COMMENTO:
I soldi e il loro passaggio, nelle nostre vite e nei nostri conti correnti, segnano la nostra storia, ne diventano mappe. Cosa significa per una donna possedere molti soldi, come spesso succede, la risposta è: dipende. Melissa pur avendo avuto incassi di soldi importanti con quelle somme aveva acquistato una casa, aveva condotto una vita semplice, forse molto più centrata e consapevole di se, rispetto Clara T., non aveva incontrato le persone sbagliate. Invece Clara sì, le aveva incontrate, intercettata ancora prima di nascere e forse da quel rapporto materno nasce tutta la sua fame di amore, da una carriera cominciata troppo presto, da un amore troppo vecchio per dei corpi ancora giovani, dalle fughe lontano nel mondo per sottrarsi a una vita che nemmeno tutto il denaro guadagnato sapeva purificare. Sarà il denaro a uccidere Clara? Oppure la noncuranza, sua e degli altri.
Mi viene da pensare che i nostri soldi fanno molto di quello che siamo, come li guadagniamo, se li ereditiamo, come li conserviamo o investiamo o sciupiamo, se li dobbiamo restituire… insomma raccontano tutto, senza filtri, mostrano esattamente chi siamo stati e come ci siamo trasformati ma, se i soldi fanno questo, in effetti siamo noi a decidere come utilizzarli, come emanciparci dalle persone e dal ricatto del denaro. Magari non subito ma ad un certo punto, per la nostra sopravvivenza è necessario. Il libero arbitrio, caro e vecchio e sempre valido.
PUNTO DEBOLE PER ME: Qui in effetti mi è risuonata poco la storia, su questo punto. Clara può anche essere venuta da una famiglia che la sfruttava e ha continuato a farlo per anni, specialmente la madre ma… a un certo punto della vita bisogna smettere di essere bambini e crescere, diventare indipendenti, tagliare i cordoni ombelicali e non è questione di soldi, è questione di maturità. Gli errori si fanno, meglio anche pagarli e di tasca propria, con il proprio cuore ma prima di pianificare. Non amo il vittimismo, non mi piacciono le persone che non prendono mai di petto le situazioni e la vita. Soprattutto errare è umano ma perseverare no, l’immaturità con cui il personaggio, ha usato il denaro non mi è piaciuta ma racconta la sua vita anche se la fa apparire come una bambina sprovveduta che firma carte senza domandarsi cosa siano.
Inoltre il finale mi ha davvero delusa, non mi è piaciuta la trovata delle monete e questo mi è dispiaciuto anche perché la lettura è stata super scorrevole, ho terminato il romanzo in un paio di sessioni e c’è molta suspence perché si tratta quasi di un’indagine, un intreccio di vite diverse gestito abilmente. Brava in ogni caso la Panariello e soprattutto in bocca al lupo per il premio!!
Autore:

Melissa Panarello – (Catania, 1985) è autrice di romanzi e saggi e agente letterario. A diciassette anni esordisce con Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire e il libro diventa subito un caso letterario che Luca Guadagnino trasforma in un film di successo. Ha pubblicato tra gli altri i libri L’odore del tuo respiro, In nome dell’amore, Tre e Il primo dolore. Ha scritto e interpretato i podcast “Love Stories”, “C’era una volta e c’è ancora” e “Pornazzi”. Collabora con diverse testate, dal 2011 ha una rubrica fissa sul settimanale Grazia. Vive e lavora a Roma. (Fonte www.Bompiani.it)