Il vecchio al mare, edito con Einaudi. 128 pp.

Ho visto consigliato questo romanzo da tante persone che stimo, in particolare da un paio di scrittrici che seguo con affetto e pertanto mi sono comprata la mia copia dell’ultimo romanzo di Domenico Starnone. Mi sento molto ignorante, infatti non avevo ancora letto niente di lui e da ogni dove viene il consiglio di leggerlo; ha anche tenuto una lectio alla Scuola Holden, ho pensato che quei ragazzi sono davvero fortunati. Ascoltano scrittori di livello e in più lui dà l’idea di essere uno che ne sa, saggio.

TRAMA

Di cosa parla Il vecchio al mare? La prima risposta che mi viene in mente è che parla di vite. All’inizio, alla fine, in bilico, sospese, decenti, indecenti. Vite con tutte le sfumature che possono comparire nell’arco di un’esistenza. Il protagonista, Nicola, è un signore di una certa età, un vecchio, anche se la parola non è politically correct, oramai nessuno si sente vecchio o vuole essere definito vecchio.
Nicola ha affittato una casa al mare, in un posto che sembra conoscere, qui incontra persone, le osserva e così fa un viaggio nei ricordi, sollecitato dalla figura di una ragazza, Lu, che vede in spiaggia, lei va in canoa e per qualche verso gli ricorda la madre. Nico scopre per caso che la fanciulla lavora in un negozio, la boutique di Evelina e da quel momento ogni tanto vi fa delle piccole incursioni perché questo luogo ha il potere di ricordargli la madre che era sarta. La boutique e piena di tessuti, spilli, lavori di sartoria in sospeso, misure da prendere, donne che cercano di trovare equilibri e colori adatti, nuova energia attraverso l’atto di vestirsi gli riportano alla memoria la sua infanzia. Ci saranno anche altri incontri, non manca un bambino, ottimo spunto per la contrapposizione dell’energia alla pacatezza della vecchiaia, utile escamotage con cui l’autore indugia nello specchiarsi reciprocamente, bimbo e vecchio.

CONSIDERAZIONI

Penso che il libro sia stato un bel regalo, scorrevole, divertente, una carezza per alcuni versi. Molte frasi mi sono risuonate e ho trovato struggenti alcuni passeggi sulla spiaggia con Nico, perdermi con i suoi ricordi, cercare assonanze con i vecchi che hanno abitato la mia vita, nonni più che altro e non molto a lungo. Devo dire che mi è sembrato bello da un lato ma anche un esercizio di stile che non ho ben afferrato dove potesse portare me. Di certo l’autore usa la letteratura per delle riflessioni personali. Ho trovato qua e là dei cenni agli acciacchi ben coloriti e che suggeriscono l’esperienza diretta, ma anche l’interazione con il mondo, con gli uomini e le donne, genera la sensazione si tratti di una cronaca o in ogni caso di finzione letteraria cesellata mediante un’ attenta osservazione della realtà. Il romanzo diventa pretesto per mettere al centro della storia uno dei protagonisti della nostra società che risulta meno esposto, meno attenzionato: il vecchio.

La mescolanza di passato e presente in un continuo alternarsi di pensieri e di situazioni mi ha fatto apprezzare molto questo autore, lo trovo originale nel suo stile e anche molto vicino al mio gusto, ma lui può permetterselo, di saltare da una parte all’altra, perché possiede l’arte, riesce a far trascendere situazioni oggettive e trasformarle in paradigmi. La madre, trasfigurata e associata a Lu, diventa essenza del suo rimpianto, la più grande nostalgia che forse portiamo tutti dentro e che si risveglia sul finire della vita. La madre, l’amore materno. Comprendiamo e desideriamo l’amore che non potremo più avere e che magari non abbiamo saputo cogliere appieno e questo perché, emerge anche dalle piccole chiacchiere alla boutique e dalle interazioni tra i personaggi, il tempo scorre troppo in fretta e porta con se via tutto, spazza le nostre vite come una implacabile tempesta e ci fa sospirare a mani vuote, perché arriva per tutti il tempo della solitudine.

AUTORE

Domenico Starnone – Domenico Starnone (Napoli, 1943) è autore di romanzi e racconti. Nel 2001Ha vinto il Premio Strega con Via Gemito ripubblicato nel 2020 con Einaudi. Per Einaudi ha pubblicato inoltre Spavento (2009, Premio Comisso), Autobiografia erotica di Aristide Gambía (2011), Il salto con le aste (2012, prima edizione 1989), Condom (2013), Lacci (2014, The Bridge Book Award), Scherzetto (2016, Premio Isola d’Elba, finalista al National Book Award nella traduzione di Jhumpa Lahiri), Le false resurrezioni (2018), Confidenza (2019 e 2021), Vita mortale e immortale della bambina di Milano (2021 e 2023) e La scuola, che racchiude i racconti Ex cattedraFuori registroSottobancoSolo se interrogato (2022), L’umanità è un tirocinio (2023), Fare scene. Una storia di cinema (2023), Il vecchio al mare (2024) e Labilità (2024). Dai suoi libri sono stati tratti film di successo, tra i quali La scuola di Daniele Luchetti, Auguri professore di Riccardo Milani, Denti di Gabriele Salvatores e Lacci di Daniele Lucchetti. (Fonte: www.einaudi.it)