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GIORNO DI VACANZA E GENIE LA MATTA – Ines Cagnati
Edito con Adelphi, 151 pp. / Tempo di lettura 3 minuti.

Vorrei scrivere questo post, non tanto in merito all’ultima lettura di un romanzo di Ines Cagnati, Giorno di vacanza ma più che altro sui temi, assolutamente vicini che ho riscontrato tra questo e una lettura di inizio anno dell’autrice, Genie la matta.
Entrambi i romanzi sono brevi e arrivano, come lame sottili, a fare breccia nello spirito di chi legge. Genie la matta presenta delle caratteristiche di maggiore luce, dove invece in Giorno di vacanza, la cupezza dei luoghi, dei sentimenti e delle atmosfere preludono sempre a un triste epilogo e non offrono riparo ai protagonisti e a chi legge. La sofferenza dei giovani, fin dalla più tenera età è il tema che appartiene a entrambe le due narrazioni: una società, ma direi un mondo, che non è fatto per l’innocenza. Lo sfondo agreste e quasi bucolico assume spesso i connotati di una scenografia spettrale, dove i fantasmi e le ombre più oscure della natura umana danzano macabre intorno alla speranza. Seppellire ogni desiderio, ogni sogno, far emergere la natura umana, quella più sulfurea.
Se esiste l’indifferenza al dolore altrui, credo che la Cagnati sia stata l’autrice che più è riuscita a tratteggiare questo sentimento abominevole. Homo homini lupus est, anche nella nostra mente evoluta, direi che emerge questa indecente matrice. L’attualità dei #giochiolimpici2024 rende bene l’idea, siamo pronti all’odio, alla chiusura, all’opinione espressa di pancia, senza un’attenta ponderazione. La tolleranza, intesa come pazienza verso la vita e verso il prossimo è un bene raro. Invece ciò di cui parla la Cagnati e che sempre più spesso riscontriamo, indotto o meno nel nostro attuale dibattito, è la scarsa attitudine al sentimento umano, alla condivisione di quel sentire, alla compassione appunto. Eppure, l’accesso alle sventure altrui è libero, vi siamo costantemente esposti. Ecco, malgrado l’evidenza, ciò che la natura umana è più propensa a produrre è la becera sopravvivenza, la strenua e cieca difesa dello status quo. Voci bercianti e stonate che riproducono slogan macilenti.
Se in Genie la matta, rimando al sito di Adelphi per la trama qui la natura sembra quasi, a tratti abbracciare i personaggi, ecco che ben presto, da rifugio si tramuta in una prigione, in un dedalo oscuro che ferisce e uccide, come in Giorno di vacanza, siamo poca cosa a confronto con gli eventi, il tempo e tutto quanto ci circonda; crediamo di avere un privilegio ma ben presto la trama, in entrambi i romanzi, ci disillude, siamo niente. Polvere. Da volatilizzare, tossici, con tutte le nostre meschinità che, riverberate sul prossimo, creano un manto oscuro atto a sovrastare, con i suoi miasmi, ogni cosa, ogni singolo pensiero, ogni fiore e ogni sguardo.
Ines Cagnati non si legge con leggerezza, anche se i suoi romanzi scorrono veloci e ti rapiscono, portandoti in una dimensione diversa che lo è sia per il tempo che per la collocazione geografica, ma che dopo un attimo di smarrimento diventa casa, si riconoscono i profili delle abitazioni, degli alberi, delle persone. Vittime e carnefici e poi entrambi coincidono e dentro di noi sappiamo che il doppio è la natura a cui apparteniamo, la colpa è latente, non abbiamo via di fuga. Ecco, in quel momento Ines Cagnati compie un sortilegio, ci fa soffrire per noi stessi, per la povertà a cui siamo costretti, per il mondo nel quale arranchiamo, per l’ineluttabilità e poi, in ultima istanza, una quieta vibrazione ci guida nell’intento, un “vorrei” che rimane sospeso nell’aria, una eco a cui tendere per tutta la vita.
AUTRICE: INES CAGNATI

(21 febbraio 1937 – 9 ottobre 2007) è stata una scrittrice e pittrice francese. Figlia di contadini, ha vinto alcuni premi ma si è sempre tenuta in disparte rispetto i salotti letterari. Ha abbracciato varie espressioni artistiche sia figurative sia nella scrittura, una sperimentale e osservatrice sensibile della natura umana. Le sue opere Genie la matta, Giorno di vacanza, Mosè o la lucertola che piangeva. Racconti: I pipistrelli.