Edito con NN editore – 320 pp. – Traduzione Laura Noulian

Ringrazio NN Editore per la copia digitale di questo romanzo. Devo dire che, usualmente, la lettura a video non mi è così amichevole come quella su carta, non riesco a sottolineare e trovare facilmente i passaggi che mi colpiscono e rileggerli per elaborare un pensiero originale legato alla lettura conclusa, tuttavia, malgrado questa barriera, la storia di Amity Gaige mi ha convinta subito e ha saputo traghettarmi immediatamente dentro il mondo di Shroder.

TRAMA – La confessione è una lunga lettera che Erik Shroder scrive alla ex moglie, dalla prigione. Confessa in questo racconto tutto quello che non aveva avuto il coraggio di raccontare mentre stavano insieme: il suo vero nome tanto per cominciare, non si chiama Kennedy, la sua famiglia di origine non è una benestante famiglia americana con la villetta a due piani. No, Schroder è scappato dalla Germania dell’Est con suo padre, dopo quattro anni di attesa presso la volubile zie e i cugini a Berlino Ovest, si sono decisi a partire per l’America e lì hanno vissuto ai margini sociali e linguistici, finché Erik non ha scoperto di poter essere naturalizzato e di poter così cambiare nome: questo apriva nella sua immaginazione l’opportunità di una nuova identità radiosa, piena di prospettive e di accettazione. Durante il matrimonio con Laura le cose precipitano quando la loro bimba ha quasi sei anni, il divorzio è difficile, Erik non riesce ad affrontare con fermezza la moglie, è ancora innamorato della sua vita della sua identità felice, non vorrebbe rinunciare a quello che ha sognato e che ha protetto per tutta la vita. Perciò esasperato dalle ingiunzioni restrittive, rapisce la piccola Meadow e con lei fa un viaggio, l’ultimo in libertà e insieme alla piccola, cerca di assaporarne ogni attimo, inizialmente è certo di poter mettere tutto a posto, di tornare indietro… mano a mano che i giorni passano si rende conto che questo processo non è reversibile, gli attacchi di panico dell’età più giovane fanno capolino a ricordargli che la fuga della realtà, forse, ha una data di scadenza.

RIFLESSIONI – Una delle prime cose a cui ho pensato è che il protagonista è un uomo e l’autrice è donna; so che abitiamo un’epoca in cui questo genere di frizioni dovrebbero generare poco stupore, tuttavia, poiché centrale è la relazione con sua figlia mi sono spesso domandata, mentre leggevo, come Amity Gaige fosse riuscita l’autrice a delineare in modo così delicato e preciso i momenti di tenerezza e anche di impazienza di questo genitore, potere della scrittura e dell’osservazione, della sensibilità che ogni scrittore deve riuscire a sviluppare nel suo rapporto con la realtà; questo mi ha fatto subito amare l’autrice di cui mi piacerebbe leggere anche altri romanzi.
La scelta di stabilire attraverso degli asterischi *** ben piantati in mezzo al testo, degli intermezzi di riflessione, del tutto distaccati dallo svolgersi della vicenda, o che rappresentano tramite il pensiero di Shroder dei flashback a sorpresa, che chiariscono il ruolo di personaggi e scelte nell’ambito della storia, risulta un espediente efficace che consente all’autrice di interrompere il flusso della narrazione e anche la sospensione dell’incredulità. Il lettore viene immediatamente riportato alla realtà, al fatto sta che leggendo un’opera di invenzione e viene costretto a partecipare ai pensieri di una persona adulta, forse malata? Fragole di certo. Questi passaggi permettono, via via che la lettura avanza, di approfondire la conoscenza del personaggio e di focalizzare episodi, situazioni e pensieri che sono stati inevitabilmente dirimenti nel portarlo alla situazione in cui si trova.
Il tema del viaggio, si connette tra presente e passato, una ripetizione a ritroso di emozioni dolorose che Shroder ha provato da piccolo con suo padre, forse in un tentativo di veicolare il messaggio che, in fondo, siamo il risultato di scelte altrui, il nostro destino viene in parte segnato da quanto ci accade da piccoli e da quel posto possiamo poi distaccarci, decidere una piccola parte del proseguo della nostra esistenza, ma, inevitabilmente, molta parte della nostra esistenza sarà segnata indelebilmente tuttavia, resta il lecito desiderio di appartenenza e riscatto, un desiderio umano e fragile che può condurre, come accade al protagonista di questa storia, a una serie di scelte scellerate che portano forse consapevolmente all rovina dei castelli in aria che da regale rifugio col tempo sono destinati a trasformarsi in prigioni senza via di fuga.

Fonte: www.nneditore.it

AUTRICE – Amity Gaige è una delle maggiori scrittrici americane viventi. Suoi scritti sono apparsi, tra gli altri, su The Guardian, The New York Times e The Los Angeles Times. Il sogno di Schroder (Einaudi, 2014) ha riscosso grande successo di pubblico e critica in molti paesi, e ha raccolto i commenti entusiastici del mondo letterario, da Jennifer Egan a Jonathan Franzen, da David Bezmozgis a Adam Haslett. La sposa del mare è il suo ultimo romanzo.
Fonte: sito NN EDITORE