Fandango Libri – 175 pp.

Un romanzo che sa di sconfitta e che ti lascia con l’amaro in bocca, un poco come fa la vita, se la guardi da vicino.

TRAMA: Ci troviamo in un paesino della provincia di Caserta, Ferrazzano, dove il tempo scorre lento, scandito dalle vite di uomini e donne che portano sulle spalle il peso di segreti e colpe. Ma sotto questa calma apparente si agita un’energia inquietante, pronta a emergere con prepotenza.
Il protagonista, Nicola Fortore ‘il Barracuda’ è un uomo dal passato segnato da più di una sconfitta e questa arresa è nell’aria, aleggia non solo nella sua vita ma anche in quella della comunità di Ferrazzano. All’inizio del romanzo viene rinvenuto il cadavere di una giovane donna lungo le sponde del fiume oltre il quale si staglia l’altro paese protagonista nella vicenda: Sant’Elpidio, qui risiede Tiziano Bianco, l’alter ego di Nicola, l’uomo con cui ha stretto un patto di dipendenza ma con il quale si divide anche l’organizzazione dei malumori, ciascuno con la sua modalità. I due paesi, che assumono connotazioni quasi antropomorfe, mostrano subito le loro diverse condotte, se Nicola e il sindaco di Ferrazzano rifiutano di cedere alla camorra, invece Tiziano Bianco e Sant’Elpidio sono immersi in affari oscuri che finiscono per avvelenare le acque e il sangue di tutti, senza distinzione geografica o economica. In questa lotta tra i due schieramenti Nicola viene incastrato, vorrebbe fuggire con la compagna Valentina e la figlia, andare a respirare altrove, magari in Albania, chi non sogna una vita migliore, da ricominciare? Ma il richiamo della terra, del dovere verso i “suoi”, lo spinge a inventare con l’amico di sempre ma poco fidato, Ernesto, un piano crudelissimo, in linea con una vita intera di soprusi e di ingiustizie.

Subito i confini tra vittima e carnefice si sfumano, e le dinamiche di potere e sopraffazione si rivelano in tutta la loro complessità. Si ordinano esecuzioni da una fazione all’altra, la società funziona secondo regole di comportamento prestabilite. Sguardi, convenzioni e odore nell’aria preannunciano carneficine o patti di sangue.

La consapevolezza di essere presenti ma a vuoto, in uno scorrere del tempo già segnato dagli eventi, in una periferia che non ha diritto a niente, neanche alla sua bellezza:

La Reggia di Caserta si illumina prima di verde, poi di bianco e infine di rosso.
Ogni sera che torna in hotel, Ernesto si ferma a guardarla. Dal parcheggio dell’albergo la può ammirare in tutta la sua maestosità. L’ultima sigaretta della giornata se la vuole fumare così, contemplandola. E ogni volta, quando la cicca sta per finire, pensa a quanto è uno spreco che un monumento del genere stia proprio a Caserta. Dovevano farla a Londra, a Sidney, a New York, al massimo a Milano. Qui è proprio inutile.

OSSERVAZIONI: L’invasione di Paolo Piccirillo: un romanzo che scuote le coscienze e pone un quesito: esiste un punto di rottura, un momento in cui l’invisibile diventa insostenibile?

Con L’invasione, Paolo Piccirillo ci regala un’opera densa e inquietante, edita da Fandango Libri. Il romanzo affronta temi universali come la fragilità umana, il senso di colpa e il peso delle scelte, il tutto calato in un’atmosfera sospesa tra reale e onirico.

La scrittura di Piccirillo si fa veicolo di un’invasione lenta e inesorabile: quella delle emozioni più recondite, che emergono prepotenti attraverso i personaggi e le loro vicende. È una lettura che chiede attenzione e restituisce introspezione, regala continui colpi di scena e si orchestra in modo da far stare il lettore assieme ai protagonisti che scoprono in diretta con la lettura i piani dei nemici e le trame ordite dal destino.

Piccirillo costruisce una narrazione stratificata, in cui i personaggi non sono mai completamente buoni o cattivi, ma umani, fragili, pieni di contraddizioni. Il romanzo esplora il senso di appartenenza e di esclusione, il rapporto con la terra e con le radici, e il bisogno di fare i conti con ciò che è stato per poter andare avanti.

Con uno stile potente e una capacità straordinaria di descrivere le atmosfere, L’invasione si insinua nel lettore, costringendolo a guardare negli angoli più bui della condizione umana. Un romanzo che non offre facili soluzioni ma invita a riflettere sulle sottili dinamiche che regolano i rapporti umani.

AUTORE : Paolo Piccirillo

è nato nel 1987 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Nel 2010 ha pubblicato Zoo col semaforo (Nutrimenti), un romanzo che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica. Piccirillo è stato inserito nella lista dei 50 scrittori italiani under 40 più promettenti stilata nel 2010 dal Sole 24 Ore.
Autore di racconti pubblicati su varie riviste e antologie (tra gli altri Watt), nel 2011 è stato scelto dal Festival delle letterature di Mantova come rappresentante italiano per Scritture giovani.
Nel 2013 ha pubblicato La terra del Sacerdote (Neri Pozza, premio Salerno libro per l’Europa 2014), nel 2014, insieme a Marco Marsullo, ha scritto Dio si è fermato a Buenos Aires (Laterza, collana Contromano).
Come sceneggiatore ha scritto per la Rai le serie tv Mare fuoriVostro onoreDoc – Nelle tue mani. Per Prime Video No Activity. Per Sky Blocco 181Piedone. Per Netflix La legge di Lidia Poët.
Fonte: www.oblique.it