Feltrinelli EDitore – Collana Gramma – 250 pp.

Scheda sintetica:
Punti di forza: Scrittura evocativa, ironia intelligente, capacità di analisi sociale.
Debolezze: Alcuni personaggi secondari poco approfonditi.
Destinazione ideale: Lettori interessati a storie di emancipazione femminile e analisi sociale.

INTRODUZIONE – Un romanzo che sa raccontare la vita

Dopo una lunga pausa, dovuta a tante interferenze, inauguro il 2025 del blog con Ursula Parrott e la sua opera prima. Un romanzo che ho finito di leggere pochi minuti fa, e che mi ha offerto un ampio spettro di emozioni e parecchi spunti di riflessione. Questo accade con pochi libri, solo alcuni riescono a entrare nel nostro intimo, nell’immagine che abbiamo di noi e del mondo, restituendone una versione nuova. Questo fa chi scrive senza ingannare chi legge con inutili giri di parole. Chi scrive è, in alcuni casi, capace di mettere la vita nelle pagine di un romanzo e farci soffrire, perchè a ben guardare è tutto un poco un teatro e:

“Non ci sono malvagi in quest’opera” , pensai. “L’avevo già capito. Se c’è un dio in questo mondo così male amministrato, se davvero esiste, spero che in questa circostanza mi sono comportata meglio che ho potuto.”

TRAMA – Il fallimento di un amore

Incontriamo subito la protagonista del romanzo Patricia, e lo facciamo mentre riflette sulla fine del suo matrimonio. Ripercorriamo con lei, a ritroso, quell’amore appena nato e tutta la parabola discendente di un sentimento che i protagosti, forse troppo giovani o viziati oppure semplicemente liberi di metterlo in discussione, non hanno saputo accudire. Le vite di entrambi proseguono in direzioni diverse, Peter l’ex marito e idealizzato, diventa il movente di ogni scelta di Pat, dalla scelta degli abiti, alla cura del suo aspetto fisico. Con lo scorrere del tempo però ogni speranza, insieme a ogni amore, è destinata a annacquarsi e perdersi nel tempo, nei ricordi e tra le notti di New York che si dimostra la città perfetta per la vita moderna: libera e frenetica. Pat insieme alle sue amiche si lancia in questo turbine di acquisti, lavoro, indipendenza, flirt, conversazioni a notte fonda. Lucia è la prima amica che la aiuta, di poco più grande istruisce Pat nell’arte della dimenticanza e della seduzione all’inizio, e così farà lei in seguito, in una catena di eventi che si ripeteranno secondo uno schema fin troppo scontato. Sarà poi Lucia, stanca di quella vita a sposarsi e instillare il dubbio anche in Patricia. Il matrimonio alla fine diventerà forse un luogo in cui potersi abbandonare, mai senza un lieve rammarico per quell’amore che, per tutta la vita, rimarrà una chimera, non a caso uccello del malaugurio.

RIFLESSIONI – Relazioni, emancipazione, nostalgia

Durante tutta la storia raccontata da Ursula, le relazioni romantiche, e meno, si accumulano perdendo mano a mano profondità e significato; l’intento della protagonista è quello di anestetizzare una delusione latente per un amore in cui si è creduto e che invece, anche per responsabilità della protagonista è finito. Questo viaggio restituisce l’anima ferita di chi non riesce a staccarsi da chi è stato, vuoi per inesperienza e per ingenuità. Ogni azione è dettata dall’attaccamento quasi nevrotico a un’immagine di se imbevuta di innocenza e cieca fiducia nell’amore: tutto destinato a scomporsi. La nota autobiografica, che si scopre leggendo la postfazione del 1989, scritta dal figlio di Ursula Parrott, Marc Parrott (da Honolulu!), fa si che leggere, e rileggere, questo romanzo risulti ancora più un’esperienza umana. Ursula Parrott riesce a tratteggiare con un’intelligente vena ironica, molti aspetti sociali e storici della fine anni ’20, la convivenza di personaggi ottocenteschi come Bill e le nuove generazioni spregiudicate come Peter, oppure uomini senza scrupoli capaci di ogni bassezza pur di imporsi sulle donne che desiderano.
L’emancipazione, pur dipinta come era vissuta in quegli anni, con spregiudicata libertà, nasconde il dubbio, poi divenuto pensiero compito, che forse si era trattato di un inganno, che tuttavia:

…trovavo un po’ di consolazione per il mio risentimento verso la malaugurata libertà femminile, che già da un pezzo consideravo in segreto solo una stupida presa in giro. Ecco le osservazioni di H.G.Wells: “Viviamo sessualmente in un mondo di codici misti e rorri, d’esperimenti e sfide irregolari e stravaganti…. I nostri modi di vivere sono ora anche più provvisori dei nostri governi.
Il “compagno ideale” è un sogno nel cuore di poche persone sparse qua e là, un esperimento quasi disperato, come voler accendere un fiammifero in un forte vento o attraversare a nuoto una corrente rapinosa.

Qui l’autrice cita il testo Mondo di Guglielmo Clissord. Molte volte, all’interno del romanzo si citano libri e riviste con le quali il personaggio cerca di sfuggire alla realtà astraendola grazie alla letteratura e alla scrittura, interessante, per me, strategia di sopravvivenza. Le osservazioni e la storia stessa si incanalano verso l’epilogo al quale tutti, prima o poi giungiamo, sia dopo un più o meno moderato numero di relazioni ma anche dopo anni all’interno di una lunga e felice storia di amore: Forsan et haec olim memnisse iuvabit – Forse un giorno farà piacere persino ricordare questo. Siamo la nostra vita, la nostra capacità di conservare memoria, la nostra abilità nel chiudere relazioni e nel preservare di queste la parte migliore. Il romanzo Ex Wife ha il pregio, oggi di metterci in contatto con chi siamo stati, ognuno nella sua piccola vita e tutti in un tempo, ormai perduto, dove l’autenticità dei sentimenti esisteva? Ma forse sono soltanto fantasie bucoliche: è stato un tempo in cui le donne ingoiavano rospi, gli uomini vivevano nel sospetto e additati. La nostra natura non concede pace ai sentimenti e ai corpi, inseguiamo ideali sociali e culturali e forse non sappiamo fare altro che scappare dai nostri sentimenti e dai nostri istinti.

NOTA PARTICOLARE – Moda, femminilità e costume

Nel romanzo le donne sono spumeggianti, vere protagoniste, con la loro bellezza disarmante, di un mondo che non esiste davvero più. I dettagli, dai tessuti ai tagli degli abiti, gli accessori e gli abbinamenti, erano frutto di una ricerca accurata e di una cura per il dettaglio che oggi manca in modo davvero eccessivo. “La vanità è un tale dono dal cielo per una donna da meritare di essere inclusa tra le virtù più importanti”. Quando crolla tutto, in effetti, una buona messa in piega, anche solo uno shampoo, se possiamo permetterci solo quello, aiuta a sollevare il morale e a farci sentire più forti. Non è frivolezza, è qualcosa di strettamente legato alla femminilità, dalla quale troppo spesso oggi abdichiamo in nome di una fretta e di una mascolinizzazione che non fa bene a nessuno, per prime a noi donne. Uno spunto sul quale sarebbe il caso di riflettere.

AUTRICE – Ursula Parrott

Ursula Parrott (1899-1957) è lo pseudonimo di Katherine Ursula Towle, giornalista, scrittrice, sceneggiatrice. Ex-Wife (Feltrinelli Gramma, 2024) la sua opera prima, ebbe uno straordinario successo nel 1929, con più di 100.000 copie vendute. Nel 1930 il romanzo fu trasposto sullo schermo con il titolo The Divorcee e con protagonista Norma Shearer, che ottenne il premio Oscar come migliore attrice. Celebrata come una delle maggiori scrittrici dell’epoca, Parrott scrisse altri libri da cui furono tratti film con Cary Grant e Humphrey Bogart.

La sua vita privata fu molto movimentata. Dopo il suo primo matrimonio con il giornalista Lindesay Parrott, conclusosi con un divorzio che ispirò il suo primo romanzo, si sposò altre tre volte e fu al centro delle cronache sentimentali del tempo per le sue relazioni con Francis Scott Fitzgerald, Sinclair Lewis e il chitarrista jazz Michael Neely Bryan. Dimenticata dal pubblico, morì indigente per un tumore all’età di 58 anni. (Fonte: www.feltrinelli.it)

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