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DA PARTE DI MADRE – Federica De Paolis
Feltrinelli Editore – 240 pp
Un memoir composto, profondo e vibrante

Con Da parte di madre, Federica De Paolis arriva al suo settimo romanzo e ci regala una delle sue opere più intime e struggenti. Un memoir che raccoglie un’esperienza personale e la trasforma in racconto universale, dove memoria, amore, identità e ferite familiari si intrecciano con grande compostezza narrativa e profondità emotiva. “Parla del tuo villaggio e parlerai del mondo” Così diceva il nostro Lev Tolstoj e così accade nella realtà quando una scrittrice vera elabora la vita e la trasforma in letteratura, dando il tempo alla scrittura di essere mitigata dal tempo. Donando in questo modo un piccolo gioiello a chi la legge.
Il romanzo nasce da una lunga gestazione: un testo cominciato vent’anni fa, poi abbandonato e ripreso più volte, finché un giorno, parlando con Maria Grazia Calandrone, arriva un suggerimento rivelatore: “racconta un oggetto”. Ed è così che l’autrice riesce finalmente a trovare la voce giusta, la temperatura emotiva necessaria, per narrare il rapporto con sua madre — una figura complessa e magnetica.
Struttura: il tempo della memoria
Il tempo in questo romanzo non è lineare, ma circolare e stratificato.
La protagonista, che è poi l’autrice stessa, torna continuamente ai momenti cruciali della sua vita, costruendo una mappa emotiva che abbraccia infanzia, adolescenza, età adulta, fino a un presente che porta con sé il senso definitivo della perdita.
Ogni capitolo si apre con una citazione programmatica, come un titolo d’anima, che incide sulla percezione del lettore e ne accompagna il viaggio.
La narrazione è essenziale ma densissima: una scrittura composta, capace di trattenere il dolore e restituirlo con grazia, come avviene solo quando si è pienamente dentro una storia vissuta e finalmente compresa.
Madri e figlie: tra dedizione e ambiguità
Il cuore del romanzo è il rapporto tra madre e figlia: un legame profondo, ambiguo, pieno di zone d’ombra e di luce. La protagonista osserva la madre da bambina, poi da adolescente e infine da donna adulta, in un progressivo rovesciamento dei ruoli che la porta ad accudirla, a capirla, a riconoscerla nella sua fragilità.
La madre è bella, carismatica, complessa, e come spesso accade nei legami più profondi, genera un desiderio bruciante di approvazione e al tempo stesso una distanza dolorosa.
Il desiderio di essere amati — da lei, come da chiunque — diventa il motore emotivo che attraversa tutto il libro.
La bellezza come trappola silenziosa
Uno dei temi più toccanti è quello della bellezza come misura inaccessibile. La protagonista cresce circondata da donne bellissime — la nonna, la zia, e soprattutto la madre — e soffre il peso del confronto.
Durante l’adolescenza, in sovrappeso, si sente inadatta. La madre, con affetto ma anche inconsapevole fermezza, le propone di andare da una dietologa per perdere venti chili. Da quel momento inizia una piccola emancipazione per Federica, una lentissima presa di coscienza di sè, della propria fisicità.
Ma solo dopo la morte della madre, la protagonista inizia a prendersi cura di sé, come se solo in sua assenza quel confronto diventasse sopportabile.
La bellezza si rivela così una gabbia generazionale, un modello tramandato senza volerlo, che imprigiona e condiziona, soprattutto nelle relazioni con gli altri — e con se stesse.
L’amore non protetto
Nel romanzo si racconta anche una storia d’amore disordinata e formativa: quella della madre della protagonista con un fisico più giovane, affascinante, ma dichiaratamente non monogamo.
All’inizio la madre accetta questa condizione, sottovalutandone il peso emotivo. I tradimenti arrivano presto, lasciano ferite, risvegliano insicurezze profonde. È un amore “non protetto”, vissuto senza scudi, che brucia e trasforma.
La madre in questa relazione vive un momento di fragilità, tra i 40 e i 45 anni: pur bellissima, sente venir meno la propria sicurezza, specie accanto a un uomo più giovane.
Cresciuta in una generazione in cui le donne erano programmate per essere mogli, impreparata all’improvviso divorzio dal marito, comincia a percepire il tempo come minaccia, il corpo come territorio instabile.
Così, madre e figlia si trovano entrambe a confronto con la vulnerabilità amorosa, pur da sponde diverse. Anche le confidenze sono eccessive, eccessiva la presenza e parimenti l’assenza di una madre che ha improvvisato, forse come facciamo tutti, che viviamo senza sapere bene come fare.
La postura nell’amore
A un certo punto, la protagonista ricorda una frase letta da adolescente, tratta da L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera:
“Il primo gesto che fanno due amanti è destinato a ripetersi nel corso della loro storia.”
Quella frase la accompagna per anni, diventando una chiave per comprendere se stessa.
De Paolis osserva, attraverso la scrittura, che ognuno di noi ha una postura nell’amore: un gesto ricorrente, una tonalità emotiva, una forma che prende corpo indipendentemente dalle esperienze.
Siamo quel tipo di amore, quel tipo di presenza, quel tipo di ferita. E da lì partiamo, ogni volta.
Voce, emozione, verità
Il grande merito di questo romanzo sta nella capacità di raccontare la vita senza appesantirla, con una lingua semplice, piena di dettagli rivelatori, e un uso del dialogo tra i più naturali nella narrativa contemporanea italiana.
De Paolis commuove, fa sorridere, fa pensare, senza mai indulgere nel melodramma, con una compostezza rara, che rende la lettura veloce e luminosa, pur toccando corde profonde.
È un libro che scava, ma lo fa con rispetto. Non giudica, non si autoassolve, non pretende redenzioni. Racconta — e basta. Ed è proprio per questo che resta nel cuore.
Nota etica
Una parte del ricavato delle vendite di Da parte di madre è devoluta all’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, contribuendo alla ricerca scientifica e alla lotta contro i tumori.
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AUTRICE: Federica De Paolis

Federica De Paolis è una dialoghista cinematografica e autrice italiana. Ha insegnato all’Istituto Europeo di Design. I suoi romanzi sono stati tradotti in diverse lingue e hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Tra i titoli ricordiamo, Le imperfette (DeA Planeta Libri) vincitore del Premio DeA Planeta 2020, Le distrazioni (HarperCollins), Premio Selezione Bancarella 2023. Nel 2024 pubblica per Feltrinelli Da parte di madre.