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L’ISOLA DOVE VOLANO LE FEMMINE- Marta lamalfa
310 pp – NERI POZZA – BLOOM

Vorrei consigliare questo esordio che trovo davvero strepitoso, per la lingua, i dialoghi, la struttura della storia impeccabile e la capacità che Lamalfa ha avuto nel combinare la realtà con la leggenda.
Premetto che non amo l’uso del dialetto nella narrazione, tuttavia in questo caso, le parole, sempre “tradotte” o chiarite dal contesto hanno reso l’esperienza assolutamente piacevole diversamente da altri testi che per mia abitudine non citerò.
TRAMA – Inizi del ‘900, ci troviamo nelle isole Eolie, in particolare ad Alicudi, la più piccola e lontana di tutto l’arcipelago, tanto che pare dispersa nel mare. La nostra protagonista Caterina ha appena perduto la sua sorella gemella Maria il suo specchio, il suo doppio, la prova della sua identità. La giovane si trova, quasi con la colpa di essere sopravvissuta, ad assumersi compiti che la sorella portava avanti in modo eccellente, il confronto è una ferita che rinnova la nostalgia. Le braccia per coltivare e amministrare la terra non bastano mai, vengono impiegati tutti anche Nardino, il fratello più piccolo. Pecora nera della casa, Caterina deve fare i conti con una madre fredda e segnata dalle gravidanze, dal lutto e dalle privazioni e che non perde occasione per rimbeccarla. Il padre Onofrio dall’altra parte, pur vinto dalla fatica e poi dalla malattia, sembra incarnare la nota progressista che allarga l’orizzonte di Caterina e così le permette di vedere oltre la piccola isola e infatti nel notare che il piccolo Nardino davvero non è tagliato per i lavori pesanti decide diversamente per lui.
Privata della sorella morta e partito il fratellino, con il maggiore ormai sposato, il padre malato e la madre incinta e malmostosa, Caterina si trova a dover lavorare il triplo e sempre con la fame nera addosso, perché il cibo più sostanzioso deve essere lasciato agli uomini. Il nonno Nardo li avverte ma rimane inascoltato, la farina bianca scarseggia sull’isola e quella di segale con quei cornetti neri non lo convince e si rifiuta di mangiarla. Questa farina comincia a diventare protagonista anch’essa, insinua il dubbio che qualcosa davvero non vada per il verso giusto. Intanto Caterina raggiunta dalla pubertà nasconde questa sua trasformazione e forse suggestionata dai racconti, forse avvelenata dal pane comincia a vedere e sentire la presenza di una creatura a metà tra il magico e il mistico, Calòria una ragazza che vive ai margini e che la spaventa e la attrae sarà davvero una di quelle donne che volano la notte? La stessa Caterina si trasformerà in una di quelle creature inafferrabili? Oppure si tratterà di un’allucinazione collettiva?
RIFLESSIONE: Nella prima parte del romanzo le vicende narrate parlano della sopravvivenza di una delle tante famiglie di braccianti che abitavano Alicudi, a servizio nelle terre di Don Nino, uno dei tanti Don che hanno spadroneggiato (e forse ancora oggi spadroneggiano) nelle campagne del Sud d’Italia. Sono in difficoltà e cercano in tutti i modi di sopravvivere, poi subentrano altri personaggi che colorano il loro mondo e ci offrono punti di vista differenti, dosando la loro presenza con dei dialoghi costruiti magistralmente. Grazie al ricco intreccio di vite e di storie ci viene narrata la vita dell’isola, le speranze e i timori della comunità. Conosciamo il carcere nel castello di Lipari, dove è confinato, di notte, Ferdinando attivista politico innamorato di Maria quando era in vita e che riesce ad avvicinarsi al padre Onofrio e ingaggiarlo in una lotta sindacalista, contro l’opinione della moglie. I viaggi di Nardino a Lipari, per studiare, le vessazioni che subisce a scuola e l’amore degli zii. La fantasia e la realtà si combinano in una favola che ci porta indietro nel tempo e anche dentro di noi, in un momento che è appartenuto a tutti: quello della fuga e al contempo dell’appartenenza, dei desideri nascosti e del momento finale dove avviene la resa o la rivoluzione.
A distanza di settimane la storia rimane curiosa e nitida nella memoria, credo si tratti proprio di un bellissimo esordio e spero con tutto il cuore di leggere ancora i romanzi di Marta.
AUTRICE: Marta Lamalfa

è nata a Palmi, in Calabria, nel 1990. Vive a Roma, dove lavora per un’organizzazione umanitaria. È laureata in Lingue mediorientali, si è specializzata in Editoria e scrittura e ha studiato pianoforte a livello accademico. Ha frequentato il laboratorio annuale della Bottega di Narrazione, scuola di scrittura creativa diretta da Giulio Mozzi e Giorgia Tribuiani.
Fonte: www.neripozza.it