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LA VITA INTIMA – Niccolo Ammanniti
All’uscita dell’ultimo, attesissimo, romanzo di Niccolo Ammanniti ho deciso di farmi trovare preparata. Sono entrata subito nella Feltrinelli di Trieste e me ne sono accaparrata una copia, 18 € e sconto carta fedeltà, tiè, non sapevo nemmeno di averne diritto, compro i libri dove mi trovano loro, senza abitudini particolari.
Mentre tornavo a casa ho scattato subito una foto perché sono un animale social, ho cenato e mi sono imbustata, termine che utilizzo per indicare quel sereno infilarsi tra le coperte alle ore 8.00 di sera in cerca del mio nido caldo, lo stesso in cui ho portato a termine libri su libri. Si confermo, ho sempre fatto la vida loca. Grazie a questa tecnica collaudata la prima sera ho bruciato cento pagine. Bam!|

Il romanzo ti entra subito nella testa. Un ritronello azzeccato che non puoi fare a meno di canticchiare. Ecco, ho trovato, dalla prima all’ultima di queste trecento pagine, la voglia di vedere dove andava a parare l’autore.
Ammetto anche la mia profonda ignoranza: io di Ammanniti ancora non avevo letto nulla. Mi sono messa in lista Fango, so che qualcuno vorrebbe consigliarmelo e nel caso se avete altre prescrizioni sono aperta a valutare posologie di lettori più accaniti di me.
Ora che ho finito le trecento pagine di La vita intima, capisco come mai Ammanniti sia tanto celebrato. Scrive proprio bene, senza orpelli, dritto al punto. Ti porta dove vuole. La leggerezza dello stile, che ben nasconde una ricercatezza e anche una certa scaltrezza, mi hanno subito colpita. Le metafore sono anche divertenti e soprattutto il punto di vista di una donna, descritta da un uomo, mi è piaciuto. Ci saranno i detrattori, già li sento storcere il naso di donne devono parlare le donne, invece secondo me l’esperimento, in questo caso, è riuscito. Si tratta però sempre di un esperimento.
Durante la lettura non ho capito subito dove volesse andare a parare, ho fatto l’errore di credere fosse caduto in una storiella stupida, ho chiuso la copertina letto prima Ammanniti, poi Einaudi, mi sono detta che non potevano essere tutti ammattiti in coro, ho ripreso il segno e ho continuato la lettura.
Tutta la trama si intreccia con i pensieri e flashback sparsi della vita di Maria Cristina Palma, la protagonista del romanzo. Chi sarebbe? Presto detto, moglie del Presidente del consiglio e proclamata la più bella donna del mondo. Un peso sulle sue spalle che si materializza in tutta la sua ingombrante realtà mano a mano che entriamo in confidenza con la donna. L’apparenza si dirada e andando a fondo scopriamo gradualmente le sue fragilità ma anche la sua risolutezza. Quante sfaccettature dentro una sola persona, è un dato oggettivo siamo tutti un ventaglio di “noi”. L’aspetto che mi ha conquistata subito di Maria Cristina è questa vita parallela tra la donna come si pone nel mondo e il flusso di coscienza sempre più fitto e intenso che avviene dentro di lei. Donna frivola, madre innamorata della sua Irene, moglie rispettosa delle istituzioni e ligia ai suoi doveri, donna ferita, vedova tradita nella foducia, padrona snobbata, nipote viziata, sorella abbandonata, donna consumata da vecchi dolori che ingoia con un calice di vino e una pasticca di ansiolitico…
Si nascondono mille sfaccettature sotto il mascara di questa donna che cambia taglio e colore come fossero scarpe da ginnastica, un camaleonte che segue la metamorfosi della propria vita camminandole di lato, in punta di piedi.
A tratti si sfiora lo psicodramma, sembra stia impazzendo, pare che tutto sfugga di mano e che presto i personaggi collasseranno autodistruggendosi, il lettore potrebbe restare con i cocci in mano, dipende tutto dall’autore. A tratti ho temuto che Ammanniti avrebbe tirato qualche colpo mancino. Ma ho visto il mestiere, ci sono qua e la alcuni suggerimenti per il lettore ma poi è il proseguire della storia che mette i tasselli al punto giusto e mentre leggi ti senti parte del processo. Sbrogli la matassa insieme a Maria Cristina e cerchi di respirare con lei, la capisci e sai che sta vivendo in balia di emozioni e di rimpianti, qualcosa che appartiene a tutti noi in fondo, chi ha il coraggio di tagliare le funi? Ma questi lacci ingombranti non sembrano accennare una resa, da qualche parte allentanyo la presa e altrove azzannano a fondo le prede.
Lupus in fabula: Mentre scrivo questa recensione, sono le 22.00 sto vedendo RTL e passa questa canzone Blurred lines, una canzone leggera che mi è sempre piaciuta cavolo, dalla prima volta che l’ho ascoltata. Non avevo mai visto il video e nemmeno considerato a fondo il testo. Quale delusione, anche qui quanta mercificazione dell’immagine femminile… una sensazione di enorme incontenibile tristezza proprio mentre scrivo di un personaggio così controverso come Maria Cristina Palma. La bellezza e la femminilità sono temi delicati da gestire. Nella nostra società fatta di immagini prima che di parole, la manipolazione del visivo condiziona l’inconscio e di conseguenza le idee. Libri come quello di Ammanniti aiutano a mantenere alto il livello dell’attenzione sono parte di una controtendenza che dovremmo coltivare tutti con più cura.